Le cassette pirata degli anni '80: il segreto sporco dietro quei nastri che ascoltavamo tutti (anche i VIP!)
Negli anni 80 esplode il fenomeno delle cassette pirata vendute nelle bancarelle. Un business illegale che però nascondeva una curiosità legata anche a cantanti famosi!

Un suono rubato, ma irresistibile
Negli anni 80, prima di internet, Spotify o dei CD masterizzati, la musica viaggiava in audiocassette. Ma non tutte erano originali. Nelle piazze, nei mercatini, vicino alle scuole e persino in spiaggia, spopolava un fenomeno che oggi farebbe impallidire ogni discografico: le cassette pirata.
Erano copie non ufficiali di album famosi o compilation artigianali, incise da ignoti su nastri anonimi e vendute a prezzi stracciati. Nessuna custodia ufficiale, ma solo foglietti fotocopiati e scritte fatte a mano, spesso con errori esilaranti nei titoli!
Un business parallelo che faceva girare milioni
Dietro a quell’apparente artigianato, si nascondeva un’organizzazione capillare, con duplicatori, fornitori, e una rete di venditori ambulanti. Era illegale, ma tollerato, e spesso le forze dell’ordine chiudevano un occhio.
Molti giovani italiani scoprivano nuovi artisti proprio grazie a queste cassette, diventate simbolo di un’epoca in cui la fame di musica era più forte della legalità.
Una rivoluzione popolare contro il sistema?
Per alcuni, le cassette pirata erano un atto di ribellione contro l’industria musicale, che vendeva album a prezzi altissimi. Per altri, semplicemente un modo per risparmiare. Di certo, erano ovunque, ed erano l’equivalente analogico del file sharing.
Anche i generi più di nicchia trovavano spazio: rap, rock alternativo, reggae. Bastava chiedere al banchetto giusto…
La curiosità che non ti aspetti!
Sapevi che alcuni cantanti italiani acquistavano cassette pirata dei propri dischi… per controllare come venivano copiati? 😱 C’è chi, con ironia, le collezionava per conservarle come “omaggio popolare”. E pare che alcuni artisti emergenti preferissero addirittura essere copiati pur di farsi conoscere. Un paradosso che oggi fa riflettere… e sorridere! 📼🎶