L’arcolaio: lo strano oggetto di legno che profuma di casa e di altri tempi
L’arcolaio, il curioso oggetto di legno delle nonne: un simbolo di pazienza, lana e ricordi d’infanzia che profumano di altri tempi.
Un misterioso oggetto di legno
A molti oggi potrebbe sembrare un pezzo d’arredamento vintage o un gioco strano, ma chi è cresciuto tra gli anni ’60, ’70, ’80 e ’90 sa bene di cosa si tratta. Quel curioso oggetto di legno che si apriva “a fisarmonica” era l’arcolaio, uno strumento indispensabile nelle case di una volta. Serviva per tenere aperte le matasse di lana mentre si formavano i gomitoli, un compagno silenzioso di mille pomeriggi trascorsi tra chiacchiere, fili colorati e profumo di bucato.
Il suono del tempo che passava piano
L’arcolaio era il simbolo della vita domestica di un tempo, quando ogni cosa aveva un suo ritmo e la fretta non esisteva. Le nonne e le mamme sedevano accanto alla finestra, con la luce che filtrava sulle tende di pizzo, mentre tra le dita scorrevano fili infiniti di lana. Quel legno che si apriva e si richiudeva aveva un suo suono particolare, un piccolo scricchiolio che oggi risuona nei ricordi di chi l’ha visto in azione.
Non era solo un attrezzo da lavoro: era una parte della casa, un oggetto che parlava di pazienza, di cura e di un modo di vivere semplice e genuino.
Un simbolo di famiglia e tradizione
In ogni casa c’era almeno un arcolaio, spesso tramandato di generazione in generazione. Alcuni erano semplici e funzionali, altri veri e propri capolavori artigianali, torniti a mano e decorati con motivi floreali. Non servivano solo per filare la lana: erano un simbolo di unione familiare, perché attorno a quel gesto lento e ripetitivo si costruivano conversazioni, confidenze e momenti condivisi.
Chi è cresciuto accanto a una nonna che filava ricorda bene quel senso di calore, di casa, di tempo sospeso.
Oggi un oggetto da collezione, ma non solo
Oggi l’arcolaio è diventato un oggetto raro, spesso ritrovato nei mercatini o sulle credenze come pezzo decorativo. Ma per chi ha vissuto quei tempi, non è solo un oggetto: è un frammento di memoria, un piccolo simbolo di un’Italia che non c’è più.
Guardarlo significa tornare a sentire l’odore della lana appena lavata, rivedere le coperte fatte a mano, le maglie lavorate con amore e quelle serate d’inverno passate accanto alla stufa. In un mondo che corre, l’arcolaio resta lì, a ricordarci che la bellezza si nascondeva nei gesti più semplici.