1992: l’anno che ha scosso l’Italia con le stragi di Capaci e Via D’Amelio
Nel 1992, le stragi di Capaci e Via D’Amelio segnano una pagina drammatica della storia italiana, con la perdita di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Il 1992 resterà per sempre impresso nella memoria collettiva degli italiani come un anno di lutto e riflessione. Le stragi di Capaci e Via D’Amelio, che hanno portato alla tragica scomparsa dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, rappresentano una pagina buia nella lotta contro la mafia, ma anche un simbolo della resistenza e del coraggio di chi ha scelto di non piegarsi.
La strage di Capaci
Il 23 maggio 1992, Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta perdono la vita in un attentato esplosivo sull’autostrada A29, nei pressi di Capaci. L’attentato, organizzato da Cosa Nostra, scuote profondamente l’Italia, segnando un momento cruciale nella lotta contro la criminalità organizzata.
La strage di Via D’Amelio
Solo due mesi dopo, il 19 luglio 1992, Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta vengono uccisi in un altro attentato a Palermo, in Via D’Amelio. Questo secondo attacco evidenzia la brutalità della mafia e la sua determinazione a colpire chiunque osi sfidarla.
Un’eredità di coraggio
Nonostante il dolore e la perdita, le figure di Falcone e Borsellino diventano simboli di giustizia e integrità. Le loro azioni ispirano nuove generazioni di magistrati, avvocati e cittadini a continuare la lotta contro la mafia, rafforzando la consapevolezza dell’importanza dello stato di diritto.
Nel 1992, l’Italia perde due eroi, ma la loro memoria e il loro esempio continuano a vivere, ricordandoci che la giustizia e il coraggio possono prevalere anche nei momenti più bui.