La corda per saltare: gioco, sport e libertà nei pomeriggi di una volta
Riscopri la corda per saltare con manici in legno, icona dell’infanzia anni ’60-’80. Gioco, allenamento e simbolo di libertà per intere generazioni di bambini italiani.

Un filo che univa i bambini di ogni quartiere
La corda da saltare non era solo un passatempo: era un rituale collettivo. Che fosse nel cortile di casa, sul marciapiede sotto il palazzo o all’oratorio, bastava poco: una corda, due manici in legno e tanta energia da sfogare.
Ogni salto era un conto alla rovescia verso la sfida, l’allenamento, o semplicemente la gioia di farcela una volta in più. Quel “tic tic” delle estremità pesate che toccavano il pavimento è ancora oggi un suono che molti portano nel cuore.
Corda singola o in due: non c’erano regole scritte
Si saltava da soli per migliorare il ritmo, o in due con un amico che teneva l’altro capo. I più esperti si cimentavano in salti incrociati, doppi o tripli giri, tra applausi e risate.
Non era raro vedere interi gruppi di bambini che facevano a turno per superarsi, improvvisando tornei nel cortile o durante la ricreazione a scuola. La corda era anche un accessorio da competizione, e chi ne aveva una più lunga, più spessa o con impugnature sagomate... era subito invidiato.
Un esercizio prima che diventasse moda
Oggi lo chiamano jump rope training e lo propongono in palestra. Ma chi è cresciuto tra gli anni ’60 e ’80 sapeva già quanto la corda fosse ottima per il fiato, le gambe e la coordinazione. Solo che all’epoca non c’era bisogno di app fitness o cronometri digitali: bastava divertirsi, e sudare.
Curiosità e dettagli nostalgici 🧠
- Le impugnature in legno naturale, lisce o incise, davano il tocco artigianale e robusto.
- Alcuni modelli contenevano piccoli pesi interni, per rendere il salto più fluido e il rumore più riconoscibile.
- Spesso le corde erano multiuso: venivano usate anche per legare tra loro i manici delle biciclette, tirare carrelli o addirittura fare l’altalena tra due alberi!