Lo sparatrap: il cerotto degli anni ruggenti (e dolorosi)
Scopri la storia dello sparatrap: il cerotto degli anni '70 e '80 che curava ginocchia sbucciate e custodiva ricordi d'infanzia. 🩹❤️

Il nastro che curava tutto… tranne la paura di strapparlo via
In un tempo in cui le cadute erano quotidiane, i giochi si facevano per strada e le ginocchia sbucciate erano un trofeo d’infanzia, lo sparatrap era una presenza costante nelle case italiane. Arrotolato nella sua inconfondibile bobina rossa, questo nastro adesivo color carne faceva parte del “kit di sopravvivenza” familiare insieme alla tintura di iodio e al cotone idrofilo.
Un oggetto semplice, ma carico di memoria 🧠
Lo sparatrap non era un semplice cerotto. Era:
- Il rimedio ufficiale delle nonne, che lo applicavano con precisione chirurgica.
- Il protagonista delle urla da bagno, quando andava rimosso (“Fermo! Lo tolgo piano…”).
- Un nastro quasi indistruttibile, difficile da strappare, spesso tagliato con i denti.
- Un simbolo delle cure amorevoli, dato che dopo il bruciore veniva sempre una carezza.
Il suo “effetto collaterale”? La memoria 💭
Non c’è italiano nato tra gli anni ’60 e ’90 che non ricordi:
🔺 Quel bordo dentellato che si impigliava sempre in qualcosa
🔺 Il profumo di disinfettante che lo accompagnava
🔺 Il coraggio necessario per strapparlo via... magari con l’aiuto di mamma
E proprio in quel gesto c’era tutta l’infanzia: dolore, forza, affetto.
Curiosità ⚕️
- Il nome “sparatrap” è una storpiatura del francese sparadrap, ovvero cerotto adesivo.
- Il modello più famoso era in tessuto elastico, molto più resistente degli attuali cerotti in plastica.
- Alcuni lo usavano anche per chiudere le buste, attaccare foto o… sigillare segreti in cameretta!