I portamonete dei nostri nonni: piccoli scrigni di vita quotidiana

I portamonete in pelle dei nonni: un oggetto semplice ma pieno di ricordi, tra mercati, bar di paese e giornate spensierate.

A cura di Paolo Privitera
31 luglio 2025 13:35
I portamonete dei nostri nonni: piccoli scrigni di vita quotidiana -
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Il portamonete: un compagno inseparabile

Chi è cresciuto tra gli anni ’60 e ’80 li ricorda bene: piccoli, in pelle scura, con la chiusura a scatto in metallo. Questi portamonete erano un accessorio immancabile nelle tasche dei nonni e dei papà.
Non servivano solo per custodire le monete, ma anche santini, fotografie minuscole, biglietti del tram o piccole cose preziose che oggi non immagineremmo nemmeno di tenere lì dentro.

Il clic inconfondibile e l’odore della pelle

Aprire e chiudere quei portamonete era quasi un rito: quel clic metallico era un suono che oggi evocano immediatamente ricordi d’infanzia.
La pelle, consumata dal tempo, aveva un odore unico: profumo di vita vissuta, di mani che avevano lavorato la terra o costruito sogni, di giornate passate tra bar di paese e mercati affollati.

Un oggetto che raccontava storie

Ogni portamonete aveva la sua storia:

  • c’era quello lucido e ben tenuto del nonno elegante che la domenica si vestiva di tutto punto;
  • quello rovinato e graffiato del papà che lo usava ogni giorno per le piccole spese;
  • quello sempre pieno di monetine pronte per il gelato o per il juke-box al bar.

Piccoli scrigni che, a loro modo, raccontavano la vita quotidiana di un’Italia semplice e autentica.

Dal barbiere al mercato: sempre in tasca

Si tirava fuori al bar per pagare il caffè, al mercato per comprare frutta e verdura, dal barbiere per lasciare la mancia. Non c’erano carte di credito o pagamenti digitali: il contatto con le monete era parte della vita di tutti i giorni.

Un oggetto vintage che scalda il cuore

Oggi questi portamonete sono diventati oggetti da collezione, ricercati nei mercatini o custoditi come ricordo di famiglia. Guardarli significa fare un salto indietro nel tempo, tornare a un mondo più lento, fatto di gesti semplici ma pieni di significato.

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