Il fazzoletto di stoffa: piccolo simbolo di un'epoca gentile

Un tempo ogni nonno ne aveva uno in tasca. Il fazzoletto di stoffa era un gesto d’amore, praticità ed eleganza. Ricordi di un’Italia che fu.

A cura di Paolo Privitera
14 luglio 2025 13:35
Il fazzoletto di stoffa: piccolo simbolo di un'epoca gentile -
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Un fazzoletto, mille usi (e mille emozioni)

C’erano una volta i fazzoletti di stoffa. Li portavano i nonni, i papà, a volte anche le mamme nelle borse grandi e piene di ogni cosa.
 Erano semplici quadrati di cotone, con bordi colorati e fantasie sobrie, spesso lavati e stirati con cura maniacale.

Ma non erano solo oggetti: erano accessori indispensabili e pieni di significato. Servivano per asciugarsi il sudore, per pulirsi le mani, per soffiarsi il naso... ma anche per asciugare una lacrima o offrirne uno a chi ne aveva bisogno.

L’educazione in un gesto

In un’epoca in cui il rispetto si esprimeva anche nei piccoli dettagli, avere un fazzoletto in tasca era un segno di buona educazione.
Non era solo una questione pratica, ma anche culturale: un vero uomo non usciva di casa senza, così come non usciva senza cappello o giacca.

Chi lo portava con sé trasmetteva un messaggio silenzioso: “sono pronto ad aiutare, a pulirmi, a occuparmi degli altri”. Ed era proprio così: i nonni erano sempre pronti a tirar fuori quel quadratino di stoffa quando serviva, anche se a volte… lo avevano già usato mille volte!

Il profumo di bucato e l’arte di piegarlo bene

Il fazzoletto di stoffa profumava di casa. Di sapone di Marsiglia, di bucato steso al sole, di ferro da stiro caldo. Ogni volta che lo si tirava fuori dalla tasca, portava con sé un piccolo universo olfattivo che oggi sembra perduto.

E c’era anche una vera arte nel piegarlo: quadrato perfetto, stirato senza una grinza, infilato con cura nella tasca della giacca o dei pantaloni. Un gesto ripetuto ogni mattina, automatico eppure pieno d’amore.

Chi se lo ricorda? Il fazzoletto del nonno

Per molti di noi, questo oggetto evoca una figura precisa: il nonno.
Con la giacca un po’ consumata, il passo lento e sicuro, e quella mano che cercava in tasca “il fazzoletto” ogni volta che ce n’era bisogno.

Era un gesto tenero, quasi rituale: il nonno che ti porgeva il suo fazzoletto quando avevi il naso che colava, o quando piangevi per una caduta.
 Era la sua risposta silenziosa, concreta, premurosa. Un modo antico di dire “ti voglio bene”.

Dall’uso quotidiano alla scomparsa

Con l’arrivo dei fazzoletti di carta, il fazzoletto di stoffa ha iniziato a scomparire. Praticità, igiene e modernità hanno preso il sopravvento.
Ma qualcosa si è perso per strada: quella cura, quel gesto, quel rispetto per l’oggetto che durava nel tempo.

Oggi è difficile vederne uno nelle tasche dei più giovani. Eppure, c’è chi li conserva ancora nei cassetti, tra i ricordi più intimi: piegati, magari un po’ scoloriti, ma pieni di storia e affetto.

Un ritorno romantico (e sostenibile)

Negli ultimi anni, c’è chi ha riscoperto i fazzoletti di stoffa anche in chiave ecologica e vintage. In un mondo che guarda con attenzione al riuso, al lavaggio, alla sostenibilità, questi piccoli quadrati di cotone stanno timidamente tornando.

Ma al di là della moda, ritrovare un fazzoletto di stoffa significa anche ritrovare un pezzo della nostra identità collettiva. Una memoria che profuma di bucato, educazione e gentilezza.

Un oggetto semplice, un ricordo eterno

Il fazzoletto di stoffa è uno di quegli oggetti che sembrano scomparsi, ma che vivono ancora nei nostri ricordi più teneri.
Un piccolo quadrato di cotone che parlava di affetto, di attenzione, di gesti quotidiani che oggi ci sembrano poesia.

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