Il rullo strizzapanni: quando il bucato era una vera impresa
Prima delle lavatrici moderne, il rullo strizzapanni era il re del bucato: fatica, semplicità e profumo di panni stesi al sole.

Il bucato di una volta: acqua, sapone e olio di gomito
Oggi basta premere un pulsante per avere panni puliti e asciutti in poche ore. Ma non è passato molto tempo da quando lavare i vestiti era un lavoro faticoso e manuale. Le nostre nonne e bisnonne conoscevano bene la tinozza, il sapone di Marsiglia e soprattutto il rullo strizzapanni: quell’ingegnoso marchingegno che serviva a togliere l’acqua in eccesso dai panni appena lavati.
Come funzionava il rullo strizzapanni
Era un attrezzo semplice ma efficace: due rulli paralleli in legno o metallo, azionati da una manovella. Si infilavano i panni bagnati tra i rulli e, girando la manovella, l’acqua veniva spremuta fuori. Non era raro dover ripetere il passaggio più volte per eliminare tutta l’umidità.
Chi l’ha usato ricorda bene la fatica alle braccia e il rischio di schiacciarsi le dita se non si stava attenti!
Un gesto che oggi fa sorridere, ma che un tempo era routine
Questo strumento non era solo un aiuto pratico, ma rappresentava un momento preciso della vita domestica: il giorno del bucato. In molte famiglie, era un rituale settimanale, spesso svolto in cortile o vicino al lavatoio comune.
Le donne si scambiavano consigli, chiacchiere e a volte anche canti, trasformando quel lavoro in un momento di socialità.
Il profumo del bucato steso al sole
Nonostante la fatica, c’era qualcosa di magico nel vedere i panni stesi ad asciugare al vento, ordinati sulle corde, mossi dalla brezza. Un profumo unico, naturale, che ancora oggi molti associano ai ricordi più belli dell’infanzia.
Dalla fatica alla comodità moderna
Con l’arrivo delle prime lavatrici elettriche, il rullo strizzapanni scomparve gradualmente dalle case. Ma per chi l’ha vissuto, resta un simbolo di un tempo semplice ma autentico, dove ogni gesto aveva il suo valore e ogni fatica la sua ricompensa.