Il puzzle a cubi: quando la fantasia si costruiva girando i blocchi

Il puzzle a cubi, gioco iconico degli anni ’70-’90: immagini di fiabe e colori che hanno fatto sognare generazioni di bambini.

A cura di Paolo Privitera
06 agosto 2025 13:00
Il puzzle a cubi: quando la fantasia si costruiva girando i blocchi -
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Un gioco semplice ma affascinante

Prima dei tablet e dei videogiochi, c’erano i puzzle a cubi: scatole di blocchi illustrati che nascondevano più di un’immagine. Bastava girare i cubi e scoprire, lato dopo lato, il disegno nascosto: una fiaba, un animale, una scena colorata.

Un passatempo che univa pazienza, curiosità e immaginazione: ogni volta che il disegno si completava, era come risolvere un piccolo mistero.

Le fiabe che prendevano vita

Molti puzzle a cubi erano ispirati alle fiabe classiche:

  • Cappuccetto Rosso e il lupo,
  • Biancaneve e i sette nani,
  • Il gatto con gli stivali.

Ogni lato raccontava una storia diversa e i bambini potevano passare ore a girare i cubi, scoprendo mondi incantati.

Un gioco che profuma di infanzia

Per tanti di noi, questo puzzle significa pomeriggi a casa dei nonni, tavoli di legno, tappeti colorati e tanta concentrazione. Non c’erano suoni elettronici o luci, solo il rumore dei cubi che si toccavano e l’attesa di vedere l’immagine completa.

Era un gioco che insegnava a ragionare e osservare, ma soprattutto a godersi il tempo lento e semplice dell’infanzia.

Dal salotto al cassetto dei ricordi

Oggi, i puzzle a cubi sono diventati oggetti vintage ricercati nei mercatini e amati dai collezionisti. Vederne uno significa fare un tuffo nel passato e ritrovare quella magia che, nonostante la tecnologia, resta viva nei ricordi di chi li ha usati.

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