Le bolle di sapone: quel piccolo gesto che rendeva magico ogni pomeriggio

Le bolle di sapone dell’infanzia: un gioco semplice, poetico e indimenticabile. Tuffiamoci nei ricordi di un tempo leggero e felice.

A cura di Paolo Privitera
08 agosto 2025 12:45
Le bolle di sapone: quel piccolo gesto che rendeva magico ogni pomeriggio -
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Un gioco semplice, ma capace di farci sognare

Non servivano schermi, batterie o istruzioni. Bastava un tubetto colorato, un tappo con la pallina da incastrare nel labirinto, un po’ di fiato e un soffio leggero.
Così iniziava la magia: bolle iridescenti che volavano nel cielo, riflettendo la luce del sole e i nostri sogni da bambini.

Erano momenti di pura felicità. Che fossimo in cortile, sulla spiaggia, in giardino o semplicemente sul balcone di casa, le bolle di sapone erano sinonimo di gioco libero e fantasia.

Il tappo-gioco: il labirinto della pazienza

E poi c’era quel mitico tappo: bianco, scanalato, con all’interno una pallina minuscola che doveva raggiungere il centro del piccolo labirinto trasparente.
Un passatempo nel passatempo: sfida personale e test di pazienza.
Chi riusciva a farcela si sentiva un piccolo campione; chi no… ci riprovava all’infinito, tra una bolla e l’altra.

Un oggetto così semplice eppure così geniale, capace di intrattenere anche quando il flacone era ormai vuoto.

Il suono del tempo che non tornerà

Quel “plop” quando la pellicola di sapone cedeva… era la colonna sonora di un pomeriggio di giochi all’aperto. Il rumore delle risate, dei passi veloci in cortile, degli amici che provavano a prendere le bolle al volo: tutto era spontaneo e autentico.

Ogni bolla che saliva nel cielo sembrava portare con sé un desiderio, un pensiero leggero, un frammento d’estate.

Le bolle erano libertà

Erano uno dei pochi giochi che non avevano regole.
Non c’era competizione, non serviva vincere. Bastava osservare, inseguire, ridere. E poi ricominciare.
Le bolle erano libertà allo stato puro, e in un mondo che oggi corre veloce, rappresentano una delle immagini più poetiche della nostra infanzia.

Una memoria comune, un sorriso garantito

Chiunque abbia vissuto gli anni ’80 e ’90 (ma anche prima o dopo), riconosce al volo questi flaconcini. I disegni semplici, spesso con animali sorridenti o personaggi buffi, i colori accesi, e quella sensazione che bastasse poco per divertirsi davvero.

Rivederli oggi è come aprire un cassetto della memoria: immediatamente riaffiorano immagini, profumi d’estate, e quella meravigliosa capacità di stupirsi per le piccole cose.

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