Il flauto dolce: il suono indimenticabile della nostra infanzia scolastica

Il flauto dolce, protagonista delle scuole tra anni ’70 e ’90: tra note stonate, risate e ricordi che profumano d’infanzia.

15 ottobre 2025 13:35
Il flauto dolce: il suono indimenticabile della nostra infanzia scolastica -
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Il suono che annunciava l’ora di musica

Chi è cresciuto tra gli anni ’70, ’80 e ’90 sa benissimo di cosa stiamo parlando. Quel flauto bianco di plastica, spesso custodito in una custodia di stoffa blu o verde, era l’oggetto simbolo dell’ora di educazione musicale. Bastava vederlo sul banco per capire che da lì a poco le note di “Fra Martino campanaro” o “Ode alla gioia” avrebbero riempito la classe… tra entusiasmo, caos e qualche risata. 🎵
Non era un semplice strumento, ma un vero rito scolastico: tutti dovevano imparare a suonarlo, anche chi non aveva il minimo orecchio musicale.

Quando la scuola aveva il profumo dei quaderni e delle matite colorate

Il flauto dolce faceva parte di un mondo che oggi sembra lontanissimo: quello delle scuole elementari e medie di una volta, con i banchi di legno, i gessetti, i diari pieni di adesivi e i grembiuli con il fiocco.
L’arrivo dell’insegnante di musica era sempre un piccolo evento: chi correva a montare il flauto in fretta, chi cercava disperatamente il beccuccio, chi soffiava troppo forte facendo ridere tutta la classe. Ogni lezione era un piccolo spettacolo, una combinazione di stonature e allegria, ma anche il primo vero contatto con la magia della musica.

Un suono che oggi fa sorridere

Riascoltare oggi il suono di un flauto dolce è come aprire una finestra sul passato. Quel suono sottile, a volte fastidioso, era però il simbolo di un’epoca più genuina, in cui imparare significava divertirsi e condividere.
Dietro ogni nota c’erano impegno, timidezza, orgoglio e la gioia di suonare davanti ai compagni. C’era la scuola dei tempi lenti, senza smartphone né tablet, in cui un applauso sincero dopo un’esibizione bastava a farci sentire felici.

Un ricordo comune, una melodia che resta

Oggi il flauto dolce sopravvive nei ricordi di chi è cresciuto in quegli anni. È un simbolo di infanzie rumorose e spensierate, di pomeriggi passati a esercitarsi in cameretta, di genitori che ascoltavano con pazienza e di sogni che nascevano tra una nota e l’altra.
Forse non tutti siamo diventati musicisti, ma quel piccolo strumento ci ha insegnato qualcosa di importante: che la musica, come la vita, è fatta di errori, risate e tanta passione. E ogni volta che lo rivediamo, dentro di noi torna a suonare la colonna sonora più dolce di tutte — quella dei nostri anni più belli. 🎶

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