Quando l’Italia entrò nella Guerra del Golfo (e pochi lo sanno davvero)
Nel 1991 l’Italia partecipa alla Guerra del Golfo. Una scelta storica, controversa e poco ricordata, che segnò una svolta nella politica estera del nostro Paese.

Un conflitto mondiale alle porte dell’Europa
Nel gennaio del 1991, il mondo assisteva all’inizio della Guerra del Golfo, un’operazione militare internazionale guidata dagli Stati Uniti contro l’Iraq di Saddam Hussein. Ma in pochi ricordano che anche l’Italia fu parte attiva, rompendo una lunga tradizione di neutralità post-bellica.
Il ruolo dell’Italia: più che simbolico
Nonostante non partecipasse direttamente ai combattimenti, l’Italia autorizzò il transito di truppe e mezzi militari statunitensi attraverso il suo territorio e concesse l’uso di basi aeree strategiche come Sigonella e Aviano.
Inoltre, vennero fornite forniture logistiche e supporto sanitario, inserendo il nostro Paese nel cuore del meccanismo della coalizione internazionale.
Una scelta che fece discutere
L’opinione pubblica italiana si spaccò: da una parte chi riteneva giusta la partecipazione per difendere il diritto internazionale; dall’altra chi vedeva in quella decisione una pericolosa subordinazione agli interessi americani.
Manifestazioni, articoli e dibattiti accesissimi caratterizzarono quei giorni, facendo della guerra un tema centrale anche nel panorama politico interno.
La curiosità che quasi nessuno ricorda
Pochi sanno che il primo contingente italiano ufficiale a partire fu composto da medici e infermieri militari, con la missione di assistere i profughi e le vittime civili nei campi organizzati dall’ONU.
Una scelta che, seppur discreta, rappresentò il tentativo dell’Italia di coniugare diplomazia e umanità, in un contesto segnato da tensioni e violenza globale.