Quando gli Afterhours decisero di cantare in italiano: l’inizio di una rivoluzione che nessuno si aspettava

Nel 1995 gli Afterhours pubblicano il loro primo album in italiano, dando il via al rock alternativo italiano. Un gesto che cambiò tutto.

A cura di Paolo Privitera
20 luglio 2025 16:00
Quando gli Afterhours decisero di cantare in italiano: l’inizio di una rivoluzione che nessuno si aspettava -
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Una svolta storica nella musica italiana

Nel 1995, in un panorama musicale dominato dal pop e dalla musica leggera, una band milanese compie un gesto che spiazza tutti: gli Afterhours pubblicano il loro primo album interamente in italiano, "Germi". Fino ad allora noti per i testi in inglese, questa scelta rappresentò una rottura decisa e coraggiosa con il passato.

Il contesto musicale degli anni '90

In un'epoca in cui la musica alternativa in Italia faticava a trovare spazio tra le hit radiofoniche, gli Afterhours decisero di abbandonare l'inglese per comunicare in modo più diretto e profondo con il pubblico italiano. Una scelta che si rivelò rischiosa, ma tremendamente efficace.

Germi: l'album che cambiò le regole

"Germi" è un album ruvido, diretto, carico di rabbia e poesia. I testi di Manuel Agnelli esplorano la fragilità, l'alienazione e il desiderio di ribellione, con uno stile crudo e autentico. La critica lo accolse con entusiasmo, riconoscendo nell'opera una voce nuova e potente nel panorama italiano.

L'impatto sul rock alternativo italiano

Con "Germi", gli Afterhours aprirono la strada a una nuova generazione di artisti che scelsero di cantare in italiano senza rinunciare alla potenza del rock. Da quel momento, la scena alternativa italiana cominciò a prendere forma, influenzando profondamente la musica indipendente degli anni a venire.

Una curiosità sul disco 'Germi'

Pochi sanno che il titolo "Germi" fu ispirato da una frase annotata casualmente su un taccuino di Agnelli: "I germi sono più sinceri degli uomini". Una provocazione che incarnava perfettamente il senso dell'album: diretto, viscerale, immune alle ipocrisie. Un dettaglio che dice molto sull'approccio radicale con cui gli Afterhours affrontarono la loro nuova fase artistica.

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