Indovina Chi? Il gioco che accendeva la fantasia dei pomeriggi di una volta

“Indovina Chi?”: il gioco che ha fatto ridere e discutere generazioni di bambini tra gli anni ’70 e ’90. Un classico che non si dimentica.

22 ottobre 2025 13:35
Indovina Chi? Il gioco che accendeva la fantasia dei pomeriggi di una volta -
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Quando bastava uno sguardo per divertirsi per ore

Non servivano schermi, joystick o connessioni veloci. Bastavano due facce a confronto, una serie di domande curiose e tanta immaginazione. Era così che iniziava una partita a “Indovina Chi?”, uno dei giochi da tavolo più amati di sempre.
Con le sue tessere colorate e i volti buffi e inconfondibili, rappresentava il divertimento semplice e genuino di un’epoca in cui i pomeriggi si trascorrevano in compagnia, seduti attorno a un tavolo, tra risate e battute.

Un gioco di intuito e osservazione

Le regole erano elementari, ma dietro a ogni mossa c’era una piccola sfida di logica e astuzia: “Ha i baffi?”, “Porta gli occhiali?”, “Ha i capelli rossi?”.
Con ogni risposta, un piccolo scatto e via una serie di facce abbassate. Un gesto meccanico, ma carico di suspense, che faceva parte di quel rituale domestico che tanti bambini ricordano ancora oggi.
“Indovina Chi?” insegnava senza accorgersene a osservare i dettagli, a ragionare, a formulare ipotesi. E tutto questo mentre ci si divertiva davvero, guardandosi negli occhi, senza l’aiuto di uno schermo.

I pomeriggi d’inverno e le risate con gli amici

Era il compagno perfetto delle domeniche piovose, dei pomeriggi dopo scuola o delle vacanze di Natale.
Ogni casa ne aveva uno, con la scatola ormai vissuta e le tessere un po’ consumate. Bastava aprirlo e subito si respirava l’atmosfera dei giochi di una volta, quelli che mettevano insieme fratelli, cugini e amici del quartiere.
Non c’era una grafica spettacolare, ma c’era tutto: l’attesa, la curiosità, l’allegria semplice di chi sapeva godersi il momento.

Un classico che non ha età

Ancora oggi, “Indovina Chi?” è un simbolo di infanzia e spensieratezza. Nonostante siano passati decenni, il suo fascino resta intatto.
Chi lo ha vissuto negli anni ’80 o ’90, nel rivederlo prova un tuffo al cuore: le voci che si accavallavano, le carte che cadevano, le risate dopo una risposta sbagliata.
È uno di quei ricordi che unisce generazioni, perché dietro la semplicità del gioco si nascondeva un valore più profondo: la condivisione.
Non c’erano vincitori o vinti, ma solo il piacere di stare insieme, di “indovinare” e ridere, di vivere momenti veri e irripetibili.

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