Quando bastavano quattro cuscinetti e una tavola per essere felici
Ricordi i monopattini di legno con le rotelle fatte coi cuscinetti? Bastava poco per divertirsi e sentirsi liberi, tra le strade in discesa e le risate
Le corse di un tempo, fatte di ingegno e libertà
C’erano gli anni in cui bastava una tavola di legno, qualche chiodo e quattro cuscinetti recuperati dalle officine per costruirsi un sogno: il monopattino di legno. Nessuna plastica, nessun marchio, solo fantasia e voglia di correre.
Erano i pomeriggi dopo la scuola, quando le strade dei quartieri diventavano piste da corsa improvvisate. Bastava una discesa e via: il vento in faccia, le mani strette sul manubrio improvvisato e il cuore che batteva forte. Non servivano telefoni né videogiochi: la felicità era lì, in quella corsa rumorosa che sapeva di libertà.
L’arte di arrangiarsi, marchio di un’epoca
Chi è cresciuto tra gli anni ’60, ’70 e ’80 sa bene che non tutto si comprava: si costruiva. Quei monopattini erano il simbolo perfetto di un’epoca fatta di ingegno, amicizia e collaborazione. Si chiedevano pezzi ai meccanici del quartiere, si segavano assi di legno trovate in cortile, e il resto lo faceva la fantasia.
Era una generazione che sapeva arrangiarsi, che dava valore alle cose perché le faceva con le proprie mani. E ogni monopattino era diverso: uno aveva il manubrio più alto, un altro le ruote più rumorose. Ma tutti avevano qualcosa in comune: la gioia pura di correre senza pensieri.
Il rumore dei cuscinetti e la musica dei ricordi
Quel rumore metallico dei cuscinetti sull’asfalto è rimasto nella memoria di molti. Era il suono dell’estate, delle ginocchia sbucciate, delle mamme che urlavano “piano!” dal balcone.
Eppure nessuno voleva fermarsi, perché su quel pezzo di legno ci si sentiva invincibili, padroni del mondo. Ogni corsa era una sfida, ogni curva un rischio calcolato. E alla fine, anche se il monopattino si rompeva, bastava un martello e un po’ di filo di ferro per tornare a sfrecciare.
Una felicità che oggi sembra lontana
Rivedere oggi una foto di quei monopattini di legno fa stringere il cuore. Non erano perfetti, ma erano nostri. Erano il simbolo di un’infanzia vissuta all’aperto, tra amicizie vere e risate genuine.
Oggi tutto è cambiato: i bambini hanno giochi elettronici, e le strade sono piene di auto. Ma chi ha vissuto quegli anni sa che la vera libertà stava proprio in quelle corse improvvisate, dove bastava un po’ di coraggio e tanta fantasia per sentirsi felici.